
Come scegliere uno psicologo? Già è possibile trovare online molte informazioni e consigli sugli aspetti da considerare, nel caso ci si trovi a dover compiere una scelta di questo tipo. Il panorama dell’offerta di servizi psicologici, come sappiamo, è molto ampio. Ci sono molti metodi, tecniche, correnti di pensiero e modelli di spiegazione della mente e della sofferenza umana.
Un aspetto su cui vorrei soffermarmi in questo articolo è: quali sono le qualità di un buon psicologo e di un buon terapeuta? Il che, certo potrebbe offrire ai colleghi e alle colleghe alcuni spunti di riflessione. Ancor più, però, mi piacerebbe che i lettori potessero sentire in questa breve riflessione una certa vicinanza e un certo “calore umano”; nonché, appunto, avere qualche elemento ulteriore per rispondere al quesito: come scegliere uno psicologo / psicoterapeuta?
Uno psicologo è un professionista, ma ancor prima (e per fortuna) è un essere umano. Che ha deciso di compiere un lungo percorso di formazione e di auto-osservazione e auto-conoscenza, in particolare se decide anche di fare la psicoterapia.
In questo articolo ho deciso di attingere da uno degli insegnamenti di uno dei miei maestri di terapia: il dott. Cesare Freddi, scomparso poco più di un anno fa. Che ricordo con grande riconoscenza e stima.
Come scegliere uno psicologo?
Integrità etica
Uno psicologo ha un’integrità etica e riconosce la responsabilità che ha e assume quando incontra le persone con cui lavora. Quando ci si mette a lavorare con la mente, le dinamiche individuali, relazionali, gruppali, sociali, spesso si ha la sensazione che l’oggetto del discorso abbia contorni molto sfumati. Questo rende grande e ampia la responsabilità professionale.
In genere i lavori con alto senso di responsabilità sono quelli caratterizzati da risultati più lontani e meno definiti o immediatamente percepibili o quantificabili. Ogni lavoro, anche quello dello psicologo e dello psicoterapeuta, quindi, comporta una quota d’ansia e significa sempre “creare qualcosa”, di nuovo e di unico, con un margine di incertezza, che è sempre presente.
L’integrità etica, oltre che alla responsabilità, corrisponde anche ai valori che il professionista mette in campo, per il bene altrui. Valori che il professionista monitora sempre, affinché non siano ostacoli insormontabili per la propria etica professionale.
Onestà intellettuale
Uno psicologo è animato dall’amore per la verità. E aggiungerei anche l’amore per la libertà. E’ umile e modesto: sa che IL vero è inconoscibile, in sé. Con onestà cerca di riconoscere ciò che dal proprio punto di vista tende al vero, quindi sa riconoscere anche un proprio errore. E’ onesto nella valutazione delle proprie capacità, ovvero sa comparare in modo adeguato il pensiero circa le proprie capacità con le capacità reali. Infine l’onestà riguarda anche la dimensione del rispetto delle posizioni proprie e altrui: in particolare il non giudicarle, ma semmai con la possibilità di dare vita a uno spazio, sia interiore che relazionale, in cui poterle osservare, analizzare, criticare (nel senso più “alto” e complesso del termine).
Affidabilità
Cerca di non essere presuntuoso, ma di avere una buona fiducia in se stesso, così da poter dare sufficiente ed adeguata fiducia alle persone e ai contesti che incontra. Anche il senso di fiducia e di affidabilità, quindi, è importante per capire come scegliere uno psicologo.
Sincerità e Autenticità
In ogni lavoro di tipo psicologico, che sia clinico o sociale o organizzativo, il professionista svolge un lavoro critico di auto-osservazione e auto-conoscenza del proprio modo di porsi nelle situazioni. In particolare, per quanto riguarda la figura degli psicoterapeuti, molte Scuole di Specializzazione considerano imprescindibile, per la formazione ed il successivo lavoro, un percorso terapeutico personale e didattico per lo specializzando.
Capacità empatica
Questo è un termine usato e molto spesso abusato, anche nella quotidianità. Anche perché è un termine complesso da definire. L’empatia non è “data” agli psicologi e agli psicoterapeuti, fornita di default, quasi a livello genetico. Così come non significa solo “mettersi nei panni degli altri”. Empatia può voler dire comprendere l’altro (o gli altri, anche nel caso di gruppi), ma senza perdersi o confondersi nell’altro. Comprendere i suoi pensieri, i suoi modi di fare e di essere, le sue emozioni, il suo dolore: le caratteristiche, l’origine, i processi che animano la persona, un gruppo, un’istituzione.
Senza empatia non si può intervenire, in particolar modo a livello clinico e psicoterapeutico, ma non è detto che si realizzi subito: a volte c’è bisogno di tempo perché un lavoro psicologico si strutturi empiricamente. Non dimentichiamo che lo psicologo è un essere umano.
Non è certo l’unica qualità da impiegare o considerare, ma non se ne può prescindere. Senza di essa non ci può essere alleanza. Ogni professionista dovrebbe conoscere il proprio “livello” di empatia e come questa lavora nell’incontro con l’altro. Un livello che non è “fisso”, ma che può svilupparsi nel tempo e con un attento lavoro su di sé e sui contesti.
Motivazione
Per fare questo lavoro serve motivazione. Serve sempre riconoscere ciò che in se stessi e nell’altro è “umano”.
Amore per l’altro
Per fare questo lavoro, in particolare se in campo clinico e terapeutico, serve amore per l’umanità, nelle tante espressioni dei sentimenti e degli affetti. Lo psicologo, anche se non opera in campo clinico, comunque si relaziona sempre alle persone e come tali deve essere in grado di vederle, riconoscerle e pensarle. Come persone.
Ascolto
Uno psicologo è in grado di ascoltare, in modo recettivo. Mette da parte (o almeno ci prova) preconcetti, princìpi personali, morale religiosa, aspettative e teorie di riferimento usate in modo pregiudiziale. Cerca di capire “dall’interno” e non divide il mondo in buoni e cattivi, angeli e demoni. Prova a mettersi a confronto con tutti i possibili sentimenti umani e tutte le dinamiche possibili. Può pensare anche le cose più abominevoli (ritenute tali da lui o dal mondo), le può ascoltare e prova a pensarci su. Perché tutto viene dall’umano e tutto dall’umano riparte…
Spero che questo articolo ti abbia dato qualche spunto di riflessione su come scegliere uno psicologo e/o uno psicoterapeuta e che abbia potuto risuonare positivamente in te.
Non è mai troppo tardi per prendersi cura di sé. E non è mai tempo sprecato.